Settembre è già stato mese di vendemmia, anzi in alcune parti d’Italia la raccolta dell’uva è iniziata fin da agosto, se non ancora prima. Questa tendenza ad anticipare i tempi, dettata da un clima sempre più difficile da interpretare, è ormai una costante da qualche anno che sta obbligando i viticoltori a rivedere tempi e metodologie consolidate per realizzare il miglior vino possibile.
Al Tabernario, lo sapete, ci piace frequentare i due lati del bancone: siamo amanti entusiasti di vino, birre artigianali e tutto ciò che c'è intorno, non solo durante l'orario di lavoro ma anche (e forse ancora di più) quando possiamo vestire i panni del cliente. Avendo quindi l'opportunità di frequentare quasi ogni giorno i due lati della barricata, o meglio del bancone, ci troviamo spesso a fare i conti con un quesito che ci viene posto con regolarità e che a nostra volta ci troviamo a domandare: perché il vino al ristorante costa sempre di più?
Oggi proviamo a chiarirci le idee e a raccontarvi la nostra.
Che l'idea di pizza in circolazione oggi non sia più la stessa di una ventina di anni fa è sotto gli occhi, anzi sotto i palati, di tutti.
La pizza a cui eravamo abituati, un disco di pasta lievitata spesso di scarsa qualità e del tutto priva di personalità condita con ingredienti spesso altrettanto scarsi, era l'emblema italiano del fast food.
Oggi invece, una nuova e ultramigliorata visione del cibo rimodulata più sulla qualità che sulla quantità, ha spedito la pizza al capo opposto del fast food, che in questo caso non è lo slow food come potrebbero pensare i nostri lettori più attenti, ma tutto ciò che sta intorno all'attributo gourmet, che può voler dire tutto e niente, soprattutto se viene utilizzato, se non a sproposito, almeno senza conferirgli un pieno significato. Come diceva Nanni Moretti, le parole sono importanti.
Vero è che mai tirarsi indietro quando ogni occasione è quella giusta per bere una birra, soprattutto una birra come si deve. Vero anche che molto spesso le occasioni per lasciarsi andare a questa e altre pratiche più o meno salutari per spirito e corpo sono dettate più dal caledarario social e dalle mode che non dalla effettiva voglia e ispirazione momentanea di celebrare un momento di convivio alcolico.