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E vado dal barone ma non gioco a dama e bevo birra chiara in lattina, cantava Rino Gaetano, e ne aveva ben donde, dato che a differenza di quanto uno possa pensare di primo acchito, la lattina è probabilmente il miglior metodo possibile di conservazione della birra.

Lo sappiamo, per molti ancora oggi la birra in lattina è sinonimo di scarsa qualità, una birraccia da bere quasi senza pensarci, tutta d’un fiato. Vero è che in molti casi è proprio così, ma allo stesso tempo quando si parla di birre di alta qualità, soprattutto se IPA o APA molto aromatiche negli ultimi anni è stata proprio la lattina ad affermarsi come metodo migliore di conservazione.

Con il passare del tempo ce lo domandiamo spesso...ma cosa bevevamo vent'anni fa?
Ok, forse certe domande meritano di rimanere senza risposta, soprattutto per chi come noi vent'anni fa già si poneva il problema di che cosa ordinare all'ora dell'aperitivo, dopo cena, al pub e in discoteca.
Più o meno ai tempi del Millennium Bug, della SARS (ma ve la ricordate la SARS?) e di Andiamo a Berlino Beppe! La fantasia, talvolta perversa dei barman, quelli bravi ma purtroppo anche quelli che non avevano nemmeno la possibilità di guardarsi un tutorial su YouTube, si declinava in cocktail dai nomi quasi più improbabili del loro discutibile gusto.
È stato proprio in quel periodo, nel 2004 per essere esatti, che Michael Cruickshank ha deciso di aprire a Barcellona un bar specializzato in Gin Tonic; chissà, forse anche lui si era stufato di certi cocktail, o più semplicemente, come ama ripetere, aveva capito una grande verità: agli spagnoli piacciono le cose semplici, e noi, che ci sforziamo tutti i giorni di fare della semplicità un’ eccellenza, ci sentiamo di allargare questo concetto a tutto il mondo.

Se siete frequentatori abituali del Tabernario sapete bene che da noi quando si brinda lo si fa con una bottiglia di Somèlech, un metodo classico che curiamo in prima persona e che ben rappresenta una sfumatura importante della nostra filosofia.
Quando in Valtellina si parla di vocazione vinicola difficilmente si guarda al versante orobico delle Alpi, senza sapere che tale vocazione appartiene in parte anche al territorio di Albosaggia dove resistono antichi vigneti che meritano di essere recuperati e condotti dalle nuove generazioni, sempre sotto lo sguardo severo degli anziani; ed è proprio da uno dei grandi vecchi bosacc DOC che il Somèlech prende in prestito il proprio nome.
Nel dialetto di Albosaggia, infatti, Somèlech significa fulmine, un vocabolo arcaico con radici profonde nella terra a cui appartiene; un suono magico e misterioso che è da sempre il soprannome di un'uomo instancabile per natura. Un po’ uomo, un po’ supereroe, il Somèlech è come Flash perché tutti sanno che quando si mette a lavorare a qualcosa, soprattutto in vigna, va veloce come il vento, anzi come un fulmine.

Secondo la mitologia greca, ci fu un tempo in cui gli uomini erano ammessi alla presenza degli Dei per trascorrere con loro momenti di convivialità. Durante uno di questi incontri fu servito un bue che doveva essere spartito a metà fra gli esseri mortali e quelli divini. Il titano Prometeo, amico degli uomini, organizzò un tranello così da lasciare che a questi ultimi fossero assegnate le parti migliori dell'animale e nascose quindi sotto le viscere del bue i tagli più pregiati e le ossa sotto il grasso e quando a Zeus fu data facoltà di scegliere la parte destinata agli Dei, scelse la parte avvolta nel grasso, in apparenza la più gustosa, ritrovandosi invece con gli avanzi. Fu così che gli uomini scoprirono il piacere della carne grigliata, ed è per questo che da allora iniziarono a sacrificare agli Dei solo le parti meno nobili degli animali. Zeus non la prese bene, e come un padre che mette in castigo il figlio levandogli la Play, tolse agli uomini il fuoco, condannandoli a una perenne condizione primitiva. Ma sempre secondo la leggenda, Prometeo una notte penetrò nell'Olimpo e riuscì a trafugare una torcia, riportando così il fuoco agli uomini che da quel momento iniziarono la loro definitiva evoluzione.

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