In una regione al confine fra Armenia e Azerbaigian pochi anni fa è stata localizzata quella che con tutta probabilità è la più antica installazione vinicola del mondo, completa di torchio e dei resti delle anfore utilizzate per la conservazione del vino. Il sito è datato circa 4100 anni fa e testimonia l’inizio di una storia che ancora oggi è in continua e naturale evoluzione e che, allo stesso tempo, conserva sempre un legame a doppio filo con quella che è una tradizione quasi sacra. Negli ultimi anni, soprattutto, si è avuto un ritorno all’antico sempre maggiore, quasi che in questi tempi dominati dalla frenesia si avverta la necessità anche per quanto riguarda il mondo della viticoltura di rivolgersi al passato, al ‘lento’ o ‘slow’ in contrapposizione alla velocità dei nostri giorni. Proprio per questo oggi si parla sempre più di vino naturale, ma quasi sempre lo si fa in maniera generica e calcando troppo la mano sull’aggettivo, come se la definizione stessa naturale fosse garanzia automatica di vino buono.
La tradizione della pizza e birra è quasi un dogma nella nostra società, più difficile da sradicare del Catenaccio eppure, a ben guardare, quando parliamo di materie prime non possiamo che considerare la birra (che è già di suo a base cereali) come un doppione della pizza: una combo cereali + cereali che certo non aiuta la digestione, nonostante negli anni sia andata maturando l’idea errata che una bevanda gassata o una birra industriale, soprattutto se abbinata a un prodotto da forno altrettanto industriale, possa avere qualche influenza sulla nostra digestione, influenza che invece è irrisoria data la bassa qualità di tali prodotti.
Naturalmente il discorso cambia quando parliamo di una pizza lievitata in maniera corretta e abbinata a una birra non pastorizzata spinata a regola d’arte, ma non è questa la sede per occuparci di pancia gonfia o peggio. Noi al Tabernario preferiamo occuparci di gusto, ed è per questo che siamo sempre alla ricerca dei migliori abbinamenti possibili, quelli in grado di restituire al nostro palato sapori in grado di esaltarsi a vicenda.
In questi anni il Tabernario è stato più volte vittima di crisi di identità, non per colpa nostra a dire il vero, anzi, come spesso capita la colpa non è di nessuno, sono cose che semplicemente accadono, come l’abuso di panna nei piatti degli anni ottanta o il passaggio di Calhanoglu dal Milan all’Inter.
Ecco allora che talvolta il Tabernario è stato scambiato per quello che non è, un po’ perché noi, innamorati dei tapas bar di San Sebastian, abbiamo provato per un po’ a surfare come si fa da quelle parti fra l’essere un posto dove si mangia e un posto dove si beve senza reali cesure fra i due mondi, e un po’ perché in fondo non basta l’oceano a trasformare Sondrio in una cittadina spagnola, anzi basca.
Da un anno a questa parte, come sapete, abbiamo di nuovo cambiato pelle e dato che capita ancora di trovarsi alle prese con le crisi di identità, abbiamo deciso di rendere chiaro a tutti quid est Tabernario, buttando giù una lista brutale di quello che siamo, ovvero:
- Un’enoteca con forno dedicata prima di tutto agli amanti del vino
- Un locale dove condividere il tempo, una bella bottiglia accompagnata da una pala appetitosa o un cestino di fritti
- Un rifugio per chi apprezza la birra artigianale
- L’ università del Gin Tonic e dei distillati pregiati da meditazione
- Il posto più figo del mondo
L’anno prossimo vado a letto alle dieci. Se non avete mai visto il film andate a ripescarlo perché ci sono almeno cinque scene culto, e se non avete mai provato ad andare a letto alle dieci a capodanno nonostante l’abbiate minacciato ogni dicembre, forse è arrivato il momento di provarla questa ebbrezza finora solo ventilata: quella di risparmiarsi almeno per una volta i cotillon da veglione di Rai 1, lo zampone che magari nemmeno vi piace ma che va mangiato perché insieme alle lenticchie porta soldi, i forzati propositi di fare gli auguri anche a quelli che vi stanno sullo stomaco, e l’amara constatazione che tutto ciò che avete procrastinato per l’anno nuovo (smettere qualche vizio, iscriversi in palestra, mettersi a dieta) è già qui, perché l’anno nuovo è già qui e tutti quanti lo stiamo aspettando con ansia immotivata.